martedì 26 maggio 2009

Gela: ieri, oggi... e domani?

Dedicate 10 minuti della vostra vita alla visione di questo splendido video: non ve ne pentirete!

venerdì 22 maggio 2009

Gela: consiglieri comunali... o banda Bassotti?


“Poco produttivo e sempre più bellicoso il Consiglio comunale. I consiglieri hanno concordato di svolgere egualmente le sedute durante il periodo di campagna elettorale; ma poi le presenze sono risicate e, come al solito, manca il numero legale. Martedì sera, su 17 mozioni all'odg, ne sono state votate due. Giunti alla terza mozione, cioè la pubblicazione dell'attività e dei redditi dei consiglieri, c'è stato il fuggi - fuggi dall'aula. Il proponente Giuseppe Ventura (Pd) ha parlato all'aula quasi vuota (gran parte dei colleghi erano nei corridoi) e, al momento del voto della mozione, è mancato il numero legale. Un accenno di dibattito su questa mozione (lo scopo è di pubblicare presenze, assenze, dettagli dell'attività dei consiglieri eletti) c'è stato con il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Dio, che ha dichiarato: «Secondo me, dovremmo pubblicare i redditi non solo dei consiglieri ma del coniuge, dei figli e anche le loro partecipazioni a società; è una questione di trasparenza e chi non lo vuole fare ha la coda di paglia». Al testo della mozione di Ventura il consigliere Giovanna Cassarà ha proposto, come emendamento, la pubblicazione degli statuti di tutte le associazioni che ricevono contributi dal Comune per verificare se tra i componenti non vi siano consiglieri, assessori o loro parenti. Ma, al momento del voto della mozione, i consiglieri hanno fatto mancare strategicamente il numero legale.” (La Sicilia)
Questi sono i nostri rappresentanti.
Questa è la gente che noi abbiamo delegato a rappresentarci all’assise comunale.
Questa è la gente che ci ha preso e continua a prenderci per il culo!
E perdonate il francesismo…
Squallore, strafottenza, mancanza di rispetto son diventate ormai la normale aria che si respira all’interno del consiglio comunale, tra pupi siciliani che vengono manovrati ad hoc da chi vuol proteggere il proprio giardinetto, e tra altri manichini che non sanno di essere manovrati, ma che così si comportano perché lo vedono fare ai loro esimi “colleghi”!
Moderni Gervaso, fratelli di moderni Tonio, come ci suggerisce il Manzoni nei Promessi Sposi, gente che non avendo una propria personalità la scopiazzano “a muzzo” prendendo spunto dal gregge al quale appartengono!
Il fetore che si leva dal Consiglio comunale ogni qual volta si riunisce in assise, fa passare in secondo piano quello a cui siamo tristemente abituati convivendo col petrolchimico!
Squallido!
Non mi viene in mente nessun altro aggettivo…
A dire il vero uno me ne viene, ma siccome il mio bonus-parolaccia l’ho già speso, mi tocca apostrofarli, dato la loro goffaggine e il loro modo di rendersi ridicoli, come una moderna Banda Bassotti!
Evidentemente chi non vuole rendere pubblici dati che normalmente chi non ha nulla da temere non avrebbe alcuna difficoltà nel farlo, ha più di uno scheletro nell’armadio, e visto che siamo nella città della legalità (perdonate la parolaccia), con il sindaco della legalità (riperdonate la parolaccia), mi stupisce il fatto che proprio da quel pulpito (non) si leva questa predica!
Ma c’è una cosa per la quale il consiglio comunale deve essere fiero: finalmente ha trovato un punto comune sul quale si trovano tutti d’accordo!
Come dire… una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso!

martedì 19 maggio 2009

Gela: antico e nuovo (I parte)


I miti e il petrolio - Commento di Leonardo Sciascia

Gela: antico e nuovo (II parte)


La festa di San Giuseppe - Commento di Leonardo Sciascia

Gela: antico e nuovo (III parte)


La canzone alla scienza - Commento di Leonardo Sciascia

sabato 16 maggio 2009

La giungla dei manifesti elettorali


Da Antonio Giangrande, presidente Associazione Contro Tutte Le Mafie, ricevo e pubblico:
VISIBILITA’ ABUSIVA E SELVAGGIA
“Ad ogni tornata elettorale le città e i comuni sono imbrattati dai manifesti elettorali abusivi. Si tratta di uno scempio, di una prepotenza e di una illegalità di fronte alla quale le istituzioni sono colluse. I cittadini denuncino ogni affissione di manifesti posta fuori gli spazi a loro destinati. A scanso di insabbiamenti, le segnalazioni con racc. a.r. devono essere indirizzate ai vigili urbani, e contestualmente ai carabinieri e/o alla polizia.”
Questa è la presa di posizione del dr. Antonio Giangrande, presidente dell’Associazione Contro Tutte Le Mafie.
“Ad ogni elezione tutti i partiti, che d’altronde già da tempo non rappresentano gli interessi dei cittadini, invadono le città d'Italia deturpandole con una vera e propria guerriglia urbana fatta di illegalità, spreco, lavoro nero e prepotenza. Decine di migliaia di manifesti abusivi, il cui tempo di vita medio è di poche ore, vengono attaccati su ogni muro e ogni luogo disponibile da squadre di lavoratori in nero, assoldati da agenzie specializzate che godono dell'impunità più assoluta. La legge prevede che il Comune predisponga apposite plance, dove ad ogni partito è assegnato il suo spazio. Una legge mai rispettata.
Secondo Radio Radicale per ogni elezione i Comuni spendono circa 100 milioni di euro per rimuovere i manifesti affissi abusivamente. In alcuni casi fanno anche le multe. A Roma nel 2008 ne sono state fatte 5.472, che al costo di 400 euro l'una, in totale arrivavano a 2 milioni e 188 mila euro. Ma il Parlamento, con il decreto Milleproroghe del marzo 2009, grazie a un emendamento proposto insieme dal Pdl e dal Pd, ha approvato un condono per le multe inflitte a partiti e candidati dal 2005 a tutt’oggi. Nel servizio delle “Iene” trasmesso da “Italia 1” del 17 aprile 2009 sull'affissione abusiva dei manifesti, si sente dalla viva voce del rappresentante della maggiore agenzia di affissioni di Milano come vengono gestite le campagne elettorali sulle strade. «Il mio consiglio spassionato da tecnico è andare in abusiva, solo in abusiva! Il Comune non riesce a starci dietro. Chiude un occhio. Poi magari te li coprono, però dopo 4-5 giorni. Il Comune lo sa che siamo noi a devastare la città.
Come saprai per legge i manifesti elettorali andrebbero affissi negli spazi che ogni comune mette a disposizione in occasione della campagna. Ad ogni partito sono assegnate un pari numero di plance appositamente contrassegnate. Ogni manifesto attaccato fuori dagli spazi preposti dovrebbe essere multato per ogni giorno che rimane affisso. Noi prendiamo multe per 58mila euro - prosegue l’intervista delle Iene - ma paghiamo 1.000 euro ed è finito.
Nessuno ha mai pagato una multa da quel punto di vista lì.
Aspettano tutti i condoni. "
«Invece quest’anno non devi nemmeno aspettarlo, perché c’è già».
«Giro tutta la notte per controllare che non ci siano sovrapposizioni delle squadre e per risolvere, eventualmente, controversie sul territorio. Come vedi ho una pistola a portata di mano». Sono le parole letterali del boss dell’organizzazione di attacchinaggio elettorale a Roma riportate dal “Corriere della sera” in un articolo dell’11 aprile 2008.
Questa è l’Italia del trucco, l’Italia che siamo!!”

Grazie dell’attenzione.
Presidente Dr. Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE


NESSUNA SCELTA! (ndr)

mercoledì 13 maggio 2009

Pacco, doppio pacco e contropaccotto


"Tra i consiglieri comunali prevalgono l'autoconservazione e lo spirito corporativistico. Ieri, dopo un'infuocata conferenza dei capigruppo convocata per fare luce sull'acquisto e l'assegnazione dei pacchi dono distribuiti dalla presidenza del Consiglio a Natale 2008, Epifania e Pasqua 2009, i consiglieri si sono dati la consegna del silenzio. È più importante proteggere l'immagine del Consiglio che rendere conto al popolo che li ha eletti su come si spendono i soldi pubblici. La linea dei consiglieri è stata quella di "lavare i panni sporchi in casa", far decantare la questione in modo che i cittadini dimentichino questa storia. Così non si saprà mai perché, a Natale, sono stati acquistati 30 pacchi dono da 200 euro per i bisognosi e nelle altre due festività, invece, sessanta da 100 euro. Quasi tutti i consiglieri che abbiamo sentito affermano che erano a conoscenza dell'acquisto di 30 pacchi e non di 60.Nella relativa determina era scritto che dovevano essere consegnati a bisognosi indicati dalle Parrocchie ma poi si decise che ogni consigliere indicasse una famiglia indigente. Qualcuno si è rifiutato di dare l'indicazione, sostenendo che la beneficenza va fatta con i soldi propri non con il denaro pubblico. In ogni caso, restano trenta pacchi acquistati dal presidente all'insaputa dei consiglieri e resta da capire a chi sono stati distribuiti. Dalle poche notizie trapelate sulla conferenza dei capigruppo svoltasi tra le urla, in particolare del presidente Di Dio e di Grazio Trufolo che ha sollevato il caso, pare che non sia stata chiarita la "moltiplicazione dei pacchi". Di Dio non avrebbe chiarito perché con lo stesso budget ne ha presi 60. Ma alcuni consiglieri avrebbero rimproverato il presidente, invitandolo, la prossima volta, a ricordare che rappresenta l'intero Consiglio e non è una monade autarchica. Pare che Di Dio abbia scritto alle parrocchie, invitandole a fornire i nomi dei cittadini destinatari dei pacchi e lo stesso ha fatto con i consiglieri. Ciò per ricostruire il fascicolo sui pacchi che è stato distrutto in ossequio - così è stato detto - della legge sulla privacy. Ora, il silenzio sulla penosa vicenda chissà se servirà a far riflettere i consiglieri." (La Sicilia)
A quanto pare siamo rappresentati e amministrati da profondi seguaci del Cristianesimo, così seguaci che non vogliono tirarsi indietro dall'emulare nostro Signore cimentandosi nella moltiplicazione dei... pacchi!
Il vero "pacco" lo hanno tirato a noi gelesi, noi che assistiamo inerti, schifati e disgustati alla squallida telenovela che ogni giorno ci regala il nostro consiglio comunale.
Guidati da un moderno don Abbondio, il nostro consiglio comunale, pardòn, i nostri consiglieri comunali (visto che il Consiglio Comunale è pur sempre una istituzione, i consiglieri comunale delle carte da briscola...) si son trovati a difendersi dall'aver mangiato la marmellata, negando tutto quanto, mentre si pulivano la bocca sporca e appiccicosa...
Li abbiamo messi noi lì, la colpa è solo nostra, possiamo prendercela solo con noi stessi se, per dirla alla F. Battiato, delle "squallide figure attraversano il paese": qualcuno forse si salva, forse, ma dovremmo discutere sull'eccezione, non sulla regola.
Anzi, dovremmo non discuterne affatto, non dovremmo discutere di questi squallidi fatti nella città della legalità, nella città del sindaco antimafia, nella città più bella del mondo!
Che pacco ci hanno tirato...

venerdì 8 maggio 2009

Chiare, fresche e dolci acque


Gente, siamo davvero fortunati!
Siamo la porta sul Mediterraneo e questo pone Gela al centro dell’attenzione di tutti i paesi che si affacciano sul nostro bel mare.
Gela è una città che geograficamente è stata baciata dalla fortuna. Siamo circondati, praticamente, dall’acqua, dai monti, dalle pianure e, naturalmente, dal petrolchimico.
E’ invidiabile la nostra posizione geografica, invidiabile ancor a di più perché davvero non ci manca nulla riguardo a risorse naturali.
E’ chiaro che per poter usufruire di tutte queste risorse un prezzo va pagato, ma ben venga il prezzo da pagare se tutto questo ben di Dio è usufruibile subito e per tutti quanti noi.
Ma non finisce qui.
Oltre alle risorse naturali abbiamo pure la fortuna di avere risorse che naturali non sono, costruite da noi, come le dighe, per esempio. Dighe che contengono enormi quantità di acqua potabile tutta fruibile da ogni abitante del territorio.
Beh quasi tutta…
Cioè quasi a tutti…
Magari non tutta potabile…
A pensarci bene sono più le eccezioni che la quantità di acqua potabile!
Ma questo è un problema facilmente superabile: l’acqua è gestita da una società privata (nemmeno in Africa!) e dunque trae profitto dalla vendita del prezioso liquido, naturalmente vendita che avviene dopo aver reso potabile l’acqua in questione.
Vabbè magari non è tutta potabile, ma comunque buona parte di essa lo è.
Cioè... una piccola parte.
Va buo’… una minima parte!
Contenti?
E proprio per il grande sforzo profuso da Caltacqua, che ha reso potabile una percentuale irrisoria dell’acqua che immette in rete, che la stessa azienda, dalla politica quanto mai vessatoria, ha pensato bene di aumentare il costo dell’acqua del 6,7% dal 2009!
Sinceramente io son d’accordo con questo aumento del prezzo: è una società privata e dunque per rendere potabile l’acqua che ci fa arrivare nei rubinetti ha bisogno di spendere, e da qualche parte questi soldi devono pur arrivare, dunque ben vengano gli aumenti di prezzo.
E’ chiaro che da oggi in poi io aprirò il rubinetto dell’acqua, prenderò il mio bel bicchiere (di vetro, perché quello di plastica si scioglie…), lo riempirò di "chiara, fresca e dolce acqua" e manderò giù un bel sorso di salute!
Rendendo grazie a Sua Maestà dell’Acqua.
E badate bene: che nessun politico si azzardi nemmeno lontanamente a ribellarsi a questo aumento vessatorio del prezzo dell’acqua! Noi ci teniamo all’aumento del prezzo della nostra acqua, perché solo così potremmo avere acqua potabile e sempre. Dunque se qualche politico è in vena di intestarsi una battaglia per onorare tutta quella gente che con il proprio voto gli ha dato fiducia, se lo tolga dalla testa!
Noi vogliamo continuare ad avere politici e amministratori, sindaco compreso, che si ricordino di noi solo in prossimità di competizioni elettorali!
Altrimenti non li riconosciamo… E noi ci teniamo a riconoscerli!
Sennò a chi ci rivolgeremo il nostro “sentito” ringraziamento?

martedì 5 maggio 2009

Nemo propheta in patria


Stavolta ci siamo.
Il nostro amato sindaco sta tentando il grande salto: un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità!
Gela
non ha mai avuto un deputato europeo, e tutto lascia pensare che questa volta ce l’avrà davvero. Un deputato europeo già sindaco, anzi, come ama definirsi lui, già sindaco antimafia.
Sarà l’occasione giusta per vedere finalmente emergere Gela dall’acqua stantìa nella quale sembra essersi immersa e dalla quale non sembra poterne uscire.
Il nostro sindaco Crocetta, qualora venisse eletto deputato europeo, porterebbe fiumi di investimenti nella nostra città che davvero ne cambierebbero il volto e la “vocazione”. Certo c’è una competizione elettorale da vincere, c’è una intera popolazione da (ri)conquistare e da ammaliare ancora una volta, ma il nostro amato sindaco ci ha abituato ai miracoli, alle eclatanti vittorie.
Le grandi imprese appaltatrici non vedono l’ora di investire sul nostro territorio, di investire nella città antimafia, nella città col sindaco blindato, nella città dove ogni notte danno alle fiamme un’auto (forse due, magari tre…), nella città dove si confonde il diritto con il favore, dove si confonde l’innocente col criminale, e a pensarci bene talvolta il diritto si confonde col carnevale…
Avessi una grossa impresa, io non investirei in un territorio con queste realtà…
Il sindaco antimafia finalmente ha la concreta possibilità di diventare deputato europeo, anche se temo che per lui a Gela i suoi consensi siano drasticamente in ribasso. E questo mi dispiace parecchio.
Un sindaco che si è speso così tanto per il suo territorio, che ha rivoluzionato da cima a fondo il modo di governare, che ha fatto rinascere Gela e i gelesi, che ha fatto germogliare l’orgoglio di essere gelesi, si meriterebbe davvero un ampio consenso da parte dei suoi concittadini. Mitica la sua battaglia contro lo stabilimento dell’ENI, tesa ad affermare il nostro diritto a vivere senza inquinamento, al nostro diritto di morire di vecchiaia e non di tumori, al nostro diritto di dissetarci direttamente dal rubinetto piuttosto che comprare confezioni d’acqua da usare anche per lavarci i denti… Ormai Crocetta è diventato uno spauracchio per l’ENI, intento com’è a non perdere nessuna occasione per fare attacchi diretti contro il mostro protettore di Gela, ad usare il pugno di ferro contro i dirigenti ENI quando chiede, anzi, pretende che avviino una campagna di bonifica sul territorio, di bonifica delle falde acquifere e dei terreni coltivati.
Non fate quella smorfia, non avete davvero avuto notizia di questi duri attacchi di Crocetta all’ENI? Non ditemi che non leggete i giornali… Non ditemi che sui quotidiani tra un arresto per mafia, tra un premio antimafia consegnato a Crocetta, tra un attentato sventato, tra assessori (scelti da Crocetta) che parlano alla città servendosi di due traduttori (uno per il linguaggio per non udenti, e uno per il linguaggio che traduce dall’Orlando/Fava al siciliano), davvero non avete letto dei duri attacchi di Crocetta all’ENI?
Mah, che vi posso dire? Forse mi son sbagliata, forse mi son dimenticata che, infondo, Crocetta rimane un dipendente ENI, o magari siete voi che pretendete troppo dal nostro sindaco!
Egli ha fatto tanto per noi, ha fatto tanto per tutti gli abitanti di Gela e adesso egli ha bisogno di noi. Di tutti noi! Lui c’è sempre stato quando noi abbiamo avuto bisogno di lui…
Lo vogliamo abbandonare proprio adesso?
Mi ricorda un vecchio detto nostrano, che recitava “Un padre riesce a mantenere cento figli, ma cento figli non riescono a mantenere un padre”.
Bene, è arrivato il nostro momento: comportiamoci con lui come lui si è comportato con noi!
Né più, ne meno…
E se il nostro caro “padre” si dovesse accorgere che qualche figlio gli ha voltato le spalle, può sempre consolarsi col detto Nemo propheta in patria.

domenica 3 maggio 2009

Fermate la giostra: voglio scendere...


Non ci si può permettere di restare indietro!
Se malauguratamente ti prendi un periodo di Stan By, proprio in quel mentre succedono cose che avresti dovuto e potuto commentare. Ma eri in Stan By…
Oggi l’informazione corre sui giornali, corre sulle tv, corre sulle radio, e corre sul web. C’è sempre di più la crescente convinzione che ormai l’informazione, quella vera, quella non controllata, la si trovi solo sul web.
Ma come si fa a tenersi sempre aggiornati? Ci si alza la mattina, magari si va al lavoro, si torna il tardi pomeriggio, la sera, si è stanchi, si trova la famiglia a casa … e allora che fare? rubare ancora tempo alla famiglia e navigare sul web in cerca di notizie “genuine”? E magari soffermarsi a creare qualche post decente per la malsana idea che mi son fatto venire più di un anno fa? Oppure lasciar perdere questa corsa all’informazione, all’informare, e riprendere a condurre una vita il quanto possibile somigliante a quella all’interno di una famiglia?
Comodo dire che le notizie vere, il vero giornalismo si trova sul web… ma chi ce l’ha il tempo di sedersi, accendere il Pc, collegarsi, cercare le notizie e magari commentarle? A meno che tu non sia un comodo impiegato di qualche ufficio…
La verità è che è molto più comodo un quotidiano cartaceo, sul quale butti un occhio di sfuggita mentre gusti il tuo cornetto al bar, al quale dai un’occhiata veloce quando passi davanti alle edicole e li vedi lì appesi, e non devi nemmeno far la faticaccia di cercarti le notizie sul nostro territorio perché sono evidenziate in rosso, in bella mostra, a prova di tonto!
E io mi faccio le seghe mentali per scrivere un post decente…
La verità è che sono stanco!
La verità è che, forse, nessuno (o quasi, ma poco importa) merita il mio tempo!
O magari sono io a non meritare nessuno di loro...
La verità è che per quanto tu gridi, per quanto tu ti faccia sentire, per quanto tu reclami risposte… l’eco di quel grido si ferma ancor prima di giungere alle orecchie di chi dovrebbe sentire! O di chi, pur sentendo, fa spallucce e se ne fotte!
Ma non sa costui che se ne sta fottendo di una intera cittadinanza!
Non sa costui che il suo tempestivo e opportuno “risveglio” (per dirla alla Robert De Niro) è solo l’ultima manifestazione della sua malattia!
Io non voglio più scrivere!

Lascio questo blog in mano a due persone che ho conosciuto tramite esso e che mi hanno espressamente chiesto di scrivere i loro post.
Rimarrà il mio nome, o forse no, sono troppo pigro per decidere adesso. Sicuramente rimarrà il format di dar voce a tutti quanti senza censura, e rimarrà la voglia di andare controcorrente. L’unico che non rimarrà sarò io.
Ma questo credo sia un bene: chissà. magari tagliando il cordone ombelicale…
Un’ultima cosa: non fatevi infinocchiare dal messia che si professa il liberatore di Gela e che di Gela rappresenta la più grande piaga!