lunedì 1 dicembre 2008

Presto... che è tardi!

C'è una selvatichezza tutta indiana, tipica del sangue pellerossa, nel modo con cui gli americani anelano all'oro; e il loro furibondo lavoro senza respiro - il vizio peculiare del nuovo mondo - comincia già per contagio a inselvatichire la vecchia Europa e a estendere su di essa una prodigiosa assenza di spiritualità. Ci si vergogna già oggi del riposo, il lungo meditare crea quasi rimorsi di coscienza. Si pensa con l'orologio alla mano, si vive come uno che continuamente «potrebbe farsi sfuggire» qualche cosa. «Meglio fare una qualsiasi cosa che nulla» - anche questo principio è una regola per dare il colpo di grazia a ogni educazione e ogni gusto superiore. La prova di ciò sta nella grossolana chiarezza oggi pretesa ovunque, in tutte le situazioni in cui l'uomo vuol essere onesto con l'uomo, nei rapporti con amici, donne, parenti, bambini, insegnanti, scolari, condottieri e principi: non si ha più tempo né energia per il cerimoniale, per i giri tortuosi della cortesia, per ogni esprit nella conversazione, e sopratutto per ogni otium. Poiché la vita a caccia di guadagno costringe continuamente a prodigarsi fino all'esaurimento in un costante fingere, abbindolare o prevenire: la virtù vera è ora fare qualcosa in minor tempo di un altro e così ci sono molto raramente ore di consentita onestà; in queste, tuttavia, si è stanchi e non ci si vorrebbe soltanto lasciare andare, ma buttare distesi pesantemente in lungo e in largo. [...]
Se esiste ancora un piacere nello stare in società e nelle arti, è un piacere quale se lo sanno procurare schiavi stremati dal lavoro. Che vergogna, questa parsimonia della «gioia» nei nostri uomini colti e non colti!
[Friedrich Nietzsche]
La filosofia ha il potere di rimanere attuale anche se ciò che è stato scritto risale a molti anni fa.
Correre, salutare velocemente, bere un caffè in fretta, sfogliare i titoli dei giornali per poi farsi raccontare le notizie per non perdere tempo: stiamo diventando come i milanesi...
Chi ha più il tempo di coltivare le amicizie? forse, direte voi, di tempo ce n’è e anche tanto, vista la scarsità del lavoro, ma siete davvero sicuri?
Fatevi un giro in questi giorni: sono tutti impazziti per comprare regali di Natale che nessuno ha il tempo di scambiare due chiacchiere: devono portare il bimbo in piscina, la bimba a danza, la moglie in palestra e noi abbiamo la partita di calcetto. La sera andiamo a farci una birra al bar? macchè... c’è la champions!
La gente che trovi in giro nei bar, nei circoli, è quella gente che lì non dovrebbe propri esserci: studenti liceali e universitari! E giù a dire “ai miei tempi non era così”. Si che era così! Adesso si esce di più e dunque ce ne accorgiamo di più!
Poi fanno i convegni sui giovani e la politica, sui giovani e la società, sui giovani e la religione, e chi ci và è soltanto la gente che ha organizzato il tutto, accompagnato da... amici e parenti!
Viviamo in un mondo di finzione! E molti di noi ci credono veramente...
Perchè dico tutto questo?
Mi sono rotto che ogni anno, sotto le feste di Natale, tutti sono presi da una sorte di indulgenza plenaria per la quale bastano dei piccoli gesti a (far) dimenticare un anno di merda per sè e per gli altri!
Recitiamo tutto il giorno, chi al lavoro, chi a scuola, chi all’università, chi cercando un lavoro, e alla fine non riusciamo più a distinguere la finzione dalla realtà.
Chi cerca di uscirne, chi cerca di venire a galla da questo fango si ritrova più infangato di quanto vi è entrato, contaminato da idee pseudopolitiche non sue, da propagande trionfanti ma effimere e ci si illude che, stavolta, tutto cambierà.
Ma come diceva G. Tomasi di Lampedusa:Occorre che tutto cambi per rimanere tutto com’è”!
A volte è bello smettere di correre, ed il fermarti a pensare ti fa sentire... vivo!

9 commenti:

fabio pass.. ha detto...

dobbiamo diventare come i milanesi non nel modo in come loro vivono la loro vita, ma come loro rispettano le regole ed il loro territorio

Anonimo ha detto...

sì, i milanesi rispettano proprio il loro territorio... si veda ciò che hanno fatto con il bosco di Gioia, ciò che faranno per l'expo del 2015 o la discarica che stanno per aprire nel cremonese per depositare tutto l'amianto che la "Lombardia che produce" non è riuscita a smaltire... Direi proprio che i milanesi non sono un modello, men che meno per la cultura e il rispetto del territorio

Anonimo ha detto...

non bastasse tutto ciò, ricordiamoci che il "nostro" premier, meneghino DOC, parla delle misure per la riduzione dell' inquinamento ambientale come della "messa in piega"... le crisi delle fabbrichètte, quella sì, è la vera polmonite!

Romina ha detto...

Il Berlusca è un CANDRO che ha prodotto metastasi su tutto il territorio, mio caro anonimo...

Anonimo ha detto...

Per Anonimo:
i rifiuti sono direttamente proporzionali alla densità del territorio (abitanti/kmquadrato); ovvio che in Lombardia ve ne siano di più. Per quanto riguarda il rispetto, salvo in particolari quartieri a rischio tipo Quarto Oggiaro, Rozzano detto anche il Bronx di Milano, ti assicuro i milanesi veri ne hanno e parecchio direi. Infatti prima dell'immigrazione che ci ha visti vittime negli ultimi 10 anni Milano era una città ordinata e pulita: è ciò che ci infastidisce dell'immigrazione, non tanto che vi siano ospiti, ma della mancanza di riguardo di un territorio, che, quando nostro, era ben tenuto.

Anonimo ha detto...

X Anonimo (l'ultimo): Letto da un lato diverso il tuo commento parrebbe alquanto razzista, ma mi piace pensare che sia soltanto un commento deluso e arrabbiato per lo scempio al quale si presta ultimamente il territorio di MIlano e del nord in genere.
Sinceramente credo vadano ricercate altrove le motivazioni di questo scempio, per esempio dalla spropositata industrializzazione del territorio rispetto all'effettivo spazio abitabile procapite, piuttosto che ad un politica di "sola" industrializzazione orfana di una gemella politica di urbanizzazione. Se poi vogliamo dare tutta la colpa a noi meridionali, allora accomodatevi pure: siamo abituati a ben altre accuse...

Anonimo ha detto...

ciao, sono l'anonimo alla quale ti riferisci: mi spiace tu abbia malinterpretato il mio post, lo scempio del nord è dovuto alla densità numerica che fà sì che arrivi molta gente, siamo in troppi. Non era un post contro i meridionali, a margine sono fidanzata con un Gelese che è al nord, tuttalpiù con gli extra comunitari.

Anonimo ha detto...

Non ho frainteso, caro Anonimo, infatti ho lasciato il beneficio del dubbio ;-)
Il tuo modo di scrivere non era offensivo, anzi, era un modo amareggiato e arrabbiato (l'ho sottolineato).
Son contenta del chiarimento.
Amo l amia città, ma son la prima a criticarla, ma solo in maniera costruttiva: odio le critiche gratuite.
Spero di ritrovarti.

Anonimo ha detto...

Grazie Francesca, a presto!