giovedì 27 marzo 2008

Gela, finalmente i primi della classe!

A Gela non siamo abituati ad essere i primi della classe, ma stavolta non solo lo siamo... ma siamo anche i primi in Sicilia!
Ormai quasi tutti utilizziamo un computer, sia a casa, che al lavoro. A scuola si attrezzano delle aule adibite a laboratori informatici, con tanto di computer, di sistemi operativi e relativi software. Naturalmente tutta questa attrezzatura viene pagata dalle scuole, e anche profumatamente, mica come noi... che ci attrezziamo di software pirata! Ebbene, solamente questi programmi, costano più del computer medesimo, e non parlo di programmi specialistici che hanno costi esorbitanti, parlo di quei programmi indispensabili per il funzionamento del computer che tutti usiamo, come il Word o l'Excel, o un comune programma antivirus. Anche se la pratica della pirateria software è diffusissima a livello domestico, lo è meno in quello pubblico o lavorativo, con il risultato di pagare le licenze d'uso (tutte) molto di più del computer stesso. Ma qualcuno è andato controcorrente...
L'ing. Antonio Cantaro, docente di topografia, presso l’Istituto Superiore “Majorana” ha avviato un progetto ambizioso ma fattibile dal titolo “Software Libero - La Scuola: utilizzatrice e promotrice delle libere risorse”.
“Probabilmente siamo l’unica scuola della Sicilia o almeno una delle pochissime -dice il prof. Cantaro- ad avere un’aula computer da 16 postazioni, funzionante completamente ed esclusivamente col software libero, ovvero Linux! Con i soldi risparmiati usando software libero siamo riusciti a... raddoppiare le postazioni!"
Ma com’è possibile -si chiede ancora il prof. Cantaro- che la gente non si rende conto di avere “tanto” software libero a portata di mano e gratuitamente e paga profumatamente le licenze di “tanto” software commerciale, per avere le stesse prestazioni e spesso pure inferiori?
I vantaggi dell'utilizzo dell'Open Source si intuiscono facilmente, se pensiamo che L’Amministrazione della Provincia di Bolzano risparmia oltre un milione di euro l’anno, utilizzando software libero e non commerciale!
Ma oltre ai vantaggi economici c'è anche dell'altro: "possibilità di utilizzare hardware, anche datato, che risulta vetusto per la folle corsa alle prestazioni esasperate proposte dalle software-house e dai produttori di hardware. Oggi si tende a definire vetusto un computer dopo solo pochi mesi dall’acquisto in quanto si è innescata una corsa al superfluo che viene presentato come necessità. Effetti grafici stupefacenti ma di nessun riscontro pratico, video giochi esasperati ma che nulla interessano nel campo del lavoro, della produzione e dell’ufficio. Tale hardware, erroneamente considerato datato, si dimostra perfettamente utilizzabile col software Open Source; entrate economiche per le scarne casse scolastiche derivanti dall’attività di formazione del personale degli Enti Locali. La scuola, infatti, potrà formare il personale, di altre pubbliche amministrazioni, all’utilizzo dell’open source! Si avrebbe il duplice effetto di ottenere risorse finanziarie e consentire un enorme risparmio alle medesime amministrazioni; formazione dei docenti interessati e degli studenti motivati, ottenendo docenti con conoscenze adeguate all’attualità ed alunni qualificati nel campo dell’open source, in grado di crearsi un lavoro redditizio in forma propria ed autonoma nel campo dei servizi, ovvero l’occupazione, ormai, più disponibile nell’ambito dell’attuale e del futuro mondo del lavoro”, conclude il prof. Cantaro.
Si evince benissimo che l'utilizzo di software libero, Open Source sia una fonte davvero preziosa da utilizzare non solo per risparmiare sulle spese delle scuole (o delle amministrazioni in genere) ma addirittura creare un nuovo tipo di professione, come asserisce il prof. Cantaro.
I nostri politici, i nostri amministratori (tutti!) potrebbero risparmiare tanti milioni di euro imponendo alla pubblica amministrazione l’uso del software open source (libero e gratuito) e invece non lo fanno! Si dichiarano attenti ai conti pubblici, si dichiarano sensibili ai problemi economici che investono le nostre scuole... e poi si fanno sordi e indifferenti quando gli si presenta davanti una soluzione! E mi riferisco anche ai dirigenti scolastici: qui c'è una progetto serio e all'avanguardia (ecco in cosa siamo primi in Sicilia!), un progetto che farà risparmiare alle scuole migliaia di euro, e che darà la possibilità di formare docenti e allievi... non siate sordi! Oltre a "barcamenarvi" tra un POF e un PON... valutate bene quali sono i progetti validi! Altro che POF...
Ringrazio il prof. Cantaro che mi ha mandato questa splendida "idea post", senza la quale, mea culpa, non sarei venuto a conoscenza del suo progetto. Invito tutti a consultare tale progetto al sito http://www.istitutomajorana.it/

domenica 23 marzo 2008

Gela, risultati del Sondaggio popolare

Dopo oltre un mese dal lancio del primo sondaggio popolare a Gela ad opera del blog Gelacontro e dell’Assocoazione Vox Populi, finalmente possiamo divulgare i risultati.

Raccogliere tutti i dati e catalogarli il più omogeneamente possibile non è stato facile. Ciò è stato dovuto al numero enorme e per certi versi inaspettato di partecipanti (1237 schede compilate!) e alla varietà di risposte ottenute.
Il primo risultato che salta all’occhio è l’età dei partecipanti, con il 75% sotto i 40 anni di età (43% sotto i 30) indice del fatto che il sondaggio è stato molto partecipato da “giovani adulti”, da chi in sostanza ha ancora voglia di partecipare a cambiare le cose nel nostro paese.
Al primo quesito (“Pensi che i giovani si possono realizzare sul nostro territorio?”) il 75% ha risposto “NO”, è questo è un indice del senso di sfiducia che si ha verso le risorse che il nostro territorio offre, alla quale sfiducia, purtroppo, ci siamo abituati. E quando questi dati sono stati raccolti ancora non si aveva notiza della titale scomparsa a breve dell'università a Gela...
Al secondo quesito ("Pensi che la campagna per la legalità abbia oscurato altri problemi di Gela?”) hanno risposto “SI” il 65%, segno evidente che si ritiene si siano trascurati altre problematiche non ancora risolte (acqua il 38%, viabilità il 30%, pulizia 11%, disoccupazione 8%, altro 10%). Naturalmente ciò non vuol dire che la lotta alla illegalità sia sbagliata, anzi, ma, come già detto in altri post, ha monopilizzato quasi l'attenzione dell'amministrazione su questo campo, tralasciando, gioco-forza, altri problemi fatti risaltare dal sondaggio.
Al terzo quesito riguardante i servizi mancanti o che non funzionano, i cittadini hanno individuato questi servizi nell’Acqua 38% (ancora acqua dunque!), Viabilità 24% (soprattutto trasporto urbano e strade dissestate), Polo Oncologico 20% (dalle risposte, sembra essere una priorità ormai), Biblioteche 9% (molti che hanno indicato questa risposta avevano un’età non superiore ai 30 anni), Assistenza Sanitaria 9% (parecchi invece quelli di mezza età che hanno indicato questa risposta), Spazi verdi 6% (la maggior parte che hanno dato questa risposta risiede a settefarine).
Al quarto quesito (“Cosa manca ai giovani secondo te?”) il 75% si è diviso tra lavoro e circoli, segno evidente che vedono nella mancanza di circoli un impedimento quasi pari a quello della mancanza di lavoro. Ciò dovrebbe far riflettere e non poco i nostri amministratori, attivandosi e presto alla creazione di spazi dedicati ai giovani, con circoli dove poter riunirsi per suonare (in molti ce l'hanno indicato), o per semplici attività ricreative. E se a questi si unisce il dato che un altro 13% ha indicato Strutture e Ludoteche, si capisce benissimo che non è più un problema secondario. I giovani chiedono più spazio per loro, dai circoli a strutture interamente dedicate a loro!
Al quinto quesito (“Ritieni siano soddisfacenti le nostre scuole?”) il 75% ha risposto di “NO”, indicando nelle strutture cadenti (35%), nella poco professionalità delle scuole (20%), i dati più rilevanti della loro poco funzionalità. Naturalmente in molti hanno scritto che questa situazione si riflette più in generale anche a livello nazionale, denunciando il fatto che qui si sente maggiormente anche per l'incapacitàdi stare !al passo" col resto dell'Italia.
Al sesto quesito (“Da dove cominceresti a cambiare la nostra città?”) il 53% si è diviso tra “incentivando il turismo” e “dando spazio a idee fresche”, tracciando in qualche modo la “via maestra” da seguire per uno sviluppo serio del nostro territorio. Via maestra che da subito è stata intrapresa da questo blog, sapendo che è una condizione indispensabile per lo sviluppo e il decollo definitivo della nostra città. Inoltre, ben il 42% ha risposto che comincerebbe a cambiare dalla classe politica, indicando l'attuale classe politica come obsoleta, legata a geraerchie e nepotismo e lontana dalla realtà quotidiana! E’ più che un messaggio verso i nostri politici…
Questo Sondaggio voleva avere lo scopo di ascoltare direttamente chi in questa città ci vive e ci lavora, chi vi studia e vi cerca lavoro, chi, con i propri voti, elegge una classe politica all’amministrazione comunale.
Ci è sembrato giusto ascoltare tutti, di tutti i quartieri e di tutte le età, con domande semplici e di facile approccio, per sapere direttamente da loro in cosa possiamo migliorare e come possiamo farlo. Indipendentemente dalla forma e dai criteri usati per la sua compilazione, si è trattato comunque della prima iniziativa del genere, e, aggiungo con orgoglio, di un esperimento ben riuscito, a giudicare dal numero di schede compilate (1237!).
Sta ai nostri politici e ai nostri amministratori far tesoro delle opinioni di chi ha permesso loro di ricoprire la carica che oggi ricoprono.

domenica 16 marzo 2008

E Gela cadde, come l'uom che 'l sonno piglia

"Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente."
Non ha fatto in tempo, il sommo poeta, a finire la sua commedia e (dicono) sia stata finita da chi gli è stato vicino apparendogli in sogno.

Certo si trattava di un percorso molto lungo e di pagine e pagine di storia, oltre che di una inarrivabile espressione poetica. Legittimo pensare che da lì in avanti qualsiasi cosa fosse stata scritta avrebbe impiegato molto meno tempo...
Ma non avevano fatto i conti con Edi Pinatto!
Non si tratta di un sommo poeta (e ben lungi dall'esserlo) ma di un pubblico ministero (e nemmeno tanto "sommo") al tribunale di Milano. Non gli son bastatati 8 anni (otto anni!) per scrivere le motivazioni della sentenza che condannava due mafiosi e quattro fiancheggiatori di Gela!
Due mafiosi condannati otto anni fa a 24 anni di reclusione ciascuno, la moglie del boss Piddu Madonia condannata a 8 anni di reclusione e altri quattro favoreggiatori di Cosa nostra condannati a pene minori, sono liberi da 6 anni perché il giudice che emise la sentenza, Edi Pinatto, appunto, non ne ha ancora scritto le motivazioni!
È un record, s'intende negativo, della giustizia italiana che ancora oggi rimane tale e che fa gridare allo scandalo il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, che si è rivolto al ministero della Giustizia: "Non si può - dice - consentire che in uno Stato democratico basato sul diritto, lo Stato condanni ed un magistrato, a distanza di quasi otto anni non depositi una sentenza per cui un intero clan mafioso è in libertà e gira tranquillo per la mia città".
"Giustizia mosse il mio alto Fattore, fecemi la Divina Potestate, la Somma Sapienza e 'l Primo Amore."
La storia di questo processo, uno dei più lunghi della storia giudiziaria italiana, comincia nel dicembre del 1998, quando i carabinieri del Ros arrestano una cinquantina di mafiosi in tutta la Sicilia, tra questi la sorella e la moglie di Piddu Madonia.
E' il tribunale di Gela a processare questi ultimi (più altri due), e Edi Pinatto presiede la sezione che processò i quattri eccellenti imputati. Avrebbe dovuto pubblicare i motivi della sentenza entro tre mesi... era il 2002... non lo ha ancora fatto!!!
Nel frattempo è stato trasferito al tribunale di Milano, e la sua "fama" di giudice lento non si è placata. Anzi.
E così Gela, oltre ai problemi atavici che si trascina dietro, si porta anche il fardello di una giustizia che... è troppo lenta per arrivare da Milano a qui! Si perde per strada... 1500 Km sono tanti: c'è la Sa-Rc... i traghetti sono sempre in sciopero... è normale che le motivazioni della sentenza non arrivano. Ma il fatto non è che non arrivano... ma non sono ancora state scritte!!!
Terra di frontiera è Gela, terra presa spesso in scarsa considerazione se non per la lotta antimafia che vi è in atto. E' triste sapere che Gela è famosa per la lotta antimafia, per il sindaco con la scorta e costantemente minacciato di morte. Mentre tutto il resto crolla... Ma è ancor piu triste vedere che nonostante questi sforzi, nonostante il convivere con questa realtà che ci fa passare per chi ha realmente "bisogno" della lotta antimafia, nonostante i sacrifici di un sindaco, Crocetta, che spende sè stesso per la lotta antimafia, c'è qualcuno - che a Gela c'è stato - che vanifica tutti, o parte (importa poco) questi sforzi, facendo germogliare il senso comune di dire: Basta! Basta antimafia! Se questi sono i risultati!
Ma sappiamo essere solo uno sfogo, dettato dalla frustrazione di veder svanire, appunto, gli sforzi di una comunità intera per combattere la mafia, col suo sindaco in testa!
Ci è di consolazione -parziale- la "bacchettata" data dal presidente Napolitano a questo esimio procuratore (tal Pinazzo, non dimentichiamo questo nome), e guardiamo il futuro, da questo punto di vista, con un pò più di ottimismo.
Non so se la lentezza nello scrivere questa sentenza sia dovuta alla difficoltà per redigere la stessa, o dovuta a degli ostacoli non meglio precisati, ammesso che ci siano, ma so che 8 anni (otto anni!) per scriverla, anche scrivendo una pagina al giorno (per otto anni sono circa 3000 pagine!) sono davvero una enormità...
Che Pinatto voglia emulare Dante rivelando in sogno le motivazioni della sentenza?
"Dinanzi a me non fur cose create se non eterne, e io eterno duro. Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate."

mercoledì 12 marzo 2008

Gela, punto di partenza

Mi chiamo Vincenzo, assistente sociale, ho 33 anni, e sono gelese. Ed è proprio di questa appartenenza che vorrei parlare: oggi cosa significa essere gelese? Vi è capitato di chiedervelo? Perché temo significhi far parte di una condizione con cui non ci si vuole più identificare ed in cui non ci si vuole più riconoscere del tutto; significa essere caratterizzati da una provenienza che, a volte, ci ha messo anche in imbarazzo, se non in difficoltà. Ma secondo voi, amici del blog, è possibile che a Gela, malgrado tutto, la filosofia comune del "lascia che sia" continui ad imperversare e che le dinamiche gelesi non cambino mai? Abbiamo avuto la fortuna di nascere nella terra che è stata la culla della civiltà greca, condividiamo con i nostri antenati lo stesso mare (o quasi…perché ai tempi non c’erano le petroliere che indisturbate lavavano le loro cisterne abusivamente, scaricando catrame in mare aperto…né tanto meno una centrale eolica off-shore!), le stesse spiagge, gli stessi tramonti le stesse campagne, con i medesimi meravigliosi scenari…ed oggi invece di chi è la culla? E’ la culla dell'Eni, e di tutti gli interessi che gravitano attorno a questa azienda, a discapito dell’ambiente, della salute della popolazione, del turismo e di tutto il resto. E’ anche la culla dei figli del “boom economico”, un boom che ha devastato la nostra terra anziché migliorarla, alterando la nostra gente e i nostri luoghi. Un prezioso benessere trasformato in malessere. Non vorrei essere retorico...ma dobbiamo guardarci intorno ed iniziare a reagire... DIAMOCI DA FARE! E’ un dovere di tutti noi! Non possiamo restare spettatori passivi di una società che va alla deriva! Senza carattere, senza interessi, senza passione! Vorremmo tanto puntare sul turismo, ma CI SIAMO GUARDATI ALLO SPECCHIO? Cerchiamo di essere realisti! Siamo pronti all’appuntamento con eventuali visitatori? Qual è il nostro aspetto socio-ambientale? Qual è l’idea che si fa di noi una persona che viene a Gela per la prima volta? Avete presente che scenario e che cattivo odore offre l’ingresso e il transito dalla Via Venezia? E i sacchetti dell’immondizia che dondolando dai balconi decorano le vie del centro? E il caos e il disordine che regnano sovrani? E “l’opera” incompiuta del teatro? E il museo, che non si capisce se è chiuso o aperto? E la conchiglia diroccata, come gliela spieghiamo? E la dogana abbandonata, e il vecchio pontile sbarcatoio (chiuso) costruito con due stili diversi, interrotto a metà? Ci sono rimaste solo foto ricordo e cartoline, di quelle che potrebbero essere parte delle nostre attrazioni. Bypassiamo la visita alla città e portiamo i nostri ospiti a Manfria?. Io adoro la spiaggia di Piana Marina, ci sono cresciuto, e la trovo fantastica dal punto di vista naturalistico, con le sue dune di sabbia, la macchia mediterranea e la Torre di Manfria sullo sfondo (che purtroppo cade a pezzi e nessuno fa niente), e quando capita mi fa piacere mostrarla ai miei amici di altre città. Ebbene, l'ultima volta che ho portato qualcuno a passeggiare in spiaggia lo spettacolo non è stato proprio “piacevole”: la battigia era grigio-nera per tutto il tratto di costa, e dopo qualche metro, sotto i piedi e sotto le scarpe dei miei amici era rimasto un bel ricordo “NERO E APPICCICOSO” di quella breve passeggiata: era CATRAME. Altro che fierezza… io ho provato VERGOGNA, mi sono mortificato. Ho chiamato la capitaneria denunciando la cosa, che comunque era l’ennesima volta che accadeva; i militari che sono venuti a vedere, con un fare scettico e cinico mi hanno detto che la sabbia poteva essere stata annerita dalle ceneri di un incendio! Ho preso dei residui di catrame, glieli ho mostrati e loro hanno fatto finta di nulla, dicendomi che comunque solo le analisi – hanno prelevato un campioncino - avrebbero potuto dire con certezza di cosa si trattasse…perché, la vista, il tatto e l’olfatto, non dicono niente? Durante tutta la scenetta i miei ospiti erano lì presenti e testimoni…rendo l’idea? Restando in argomento, vi sembra giusto che i nostri amministratori in tutti questi anni non abbiano pensato a realizzare un accesso pubblico e decoroso alla spiaggia? Mi sembra che dal “Boomerang” in poi non ce ne sia neanche uno. L’unico che mi viene in mente si trova alla fine di Piana Marina, ai confini tra il Comune di Gela e quello di Butera, ma è un accesso “di fortuna”. E’ normale che si debba chiedere “permesso” per andare a mare, dato che gli accessi sono tutti privati? O sono privati anche la spiaggia ed il mare, riservati ai privilegiati che vi abitano? Niente parcheggi, niente arredo urbano, niente di niente… E che dire del comportamento dei nostri giovani? Bene. Anzi, male, molto male. Senso civico, educazione e rispetto tendenti a zero. Chiedetelo agli insegnanti! E poi osservateli per le strade, con i loro atteggiamenti di sfida, supercafoni, prepotenti, spavaldi e sbruffoni mentre scorazzano come schegge impazzite con le loro moto in mezzo al traffico urbano, o quando affollano i marciapiedi davanti ai bar! Notate come sono BRAVI i nostri bulli a seguire passo passo le mode più disparate, curandosi esclusivamente dei loro abiti ed accessori griffati, e dedicando interi pomeriggi alla preparazione di eccentriche pettinature (…e poi, giustamente, come potrebbero mai indossare il casco andando in moto?). Per fortuna ci sono non poche eccezioni, c’è anche chi, CONTROCORRENTE, si dedica a strutturare la propria mente - piuttosto che la propria acconciatura - con lo studio, la lettura, l’arte, la cultura; c’è anche chi pensa a quale facoltà universitaria scegliere dopo il diploma, per coniugare le proprie attitudini a maggiori possibilità di inserimento lavorativo; c’è chi, magari meno incline agli studi, coltiva comunque la propria preparazione professionale e la propria attività lavorativa, con DIGNITA’, PASSIONE e DEDIZIONE; c’è chi nutre interessi sani, e spende bene il suo tempo libero, piuttosto che andare a timbrare il cartellino al bar di turno…c’è chi alla corsa in moto, preferisce una passeggiata in bici, o una corsa a piedi, per tenersi in forma secondo il principio “mens sana in corpore sano”. Ciò che mi preoccupa è l’indifferenza, la mediocrità, l’ipocrisia; a volte sembra che la degradante situazione del nostro "paesazzo" a molti vada bene così... forse perchè quei molti a cui mi riferisco, in fondo, non hanno di che lamentarsi... verosimilmente, del resto, i più fortunati di loro, dopo una lunga esperienza maturata come collaudatori di materassi, commentatori sportivi e non solo, degustatori di marocchini, prosecchini, campari&gin, rhum&coca, e quant’altro, dopo tante “stupefacenti serate”, dopo aver raggiunto il diploma, magari senza aver sudato troppo sui libri (vedi il successone – e anche la prestigiosa ubicazione! – della MEGA SCUOLA PRIVATA) un bel giorno hanno comodamente ereditato (o avuto, in cambio dei preziosi voti delle loro famiglie, dal “rispettabile” politico - sua maestà - il potente signore e padrone dei nostri lochi) “IL” posto di lavoro allo "stabilimento" (perchè per molti sembra essere questa la massima - l'unica – ambizione!), e magari un "grezzo" edificato abusivamente (ma sanato) dal padre negli anni '80, che adesso si potrebbe iniziare a pensare di "rifinire"...ma per avere un posto dove vivere da soli, per portarci “la tipa”, per farci le feste…mica per metter su famiglia! Ma che famiglia! Come fai a mantenere una famiglia, se hai già la moto e l'auto di lusso da mantenere, e i vestiti griffati da comprare? Perchè dalle nostre parti è così che ci si confronta con gli altri... il "must" è AVERE, avere di più, avere a tutti i costi. Possedere per apparire sembra sia l'unico modo per ESSERE, per farsi notare, per dire "…GUARDATEMI, ESISTO! CI SONO ANCH’IO!”.
Posseggo ergo sum!
E allora che si fa? …Lasciamo che sia? Oppure ci adoperiamo per esercitare tutti insieme un bel cambiamento? Non è il caso che cominciamo noi stessi a diffondere dei modelli comportamentali diversi, migliori? Partendo dalle piccole cose! …Uscire a piedi, ogni tanto, ad esempio, costa troppa fatica? Da noi le condizioni del tempo e le distanze che ci sono non ci ostacolerebbero! Proviamo a trovare delle alternative? Cominciamo a DENUNCIARE alle autorità competenti le cose che non vanno, invece di pensare che sia inutile, o aspettare che lo facciano altri! Protestiamo ad ALTA VOCE, invece di borbottare. Chiediamo all’amministrazione il riconoscimento formale dei nostri diritti di cittadini, e tutti gli interventi a favore di Gela e dei Gelesi! Insomma ragazzi, manifestiamo il nostro desiderio di cambiamento, dimostriamo di avere PERSONALITA’, dissociamoci dai comportamenti MASSIVI, sviluppando AUTONOMIA ed ORIGINALITA’ nell'agire sociale!
Conoscere questo blog è stato per me confortante. Non mi sembrava possibile che qualcuno riuscisse ad imporre la propria inversione rispetto ad una tendenza generale non condivisa, nè a manifestare in modo sensato il suo dissenso di fronte alla staticità - o meglio al regresso - della nostra situazione sociale - unica nella sua specie - politica ed economica. La presenza di Gelacontro è davvero un buon segno che fa pensare che qualcosa nelle coscienze dei Gelesi inizia a cambiare...mi piacerebbe se un “posto” come questo esistesse anche fisicamente, oltre che virtualmente, anzi, lo propongo come idea da sviluppare insieme. I miei complimenti più sinceri vanno a chi ne è l'ideatore e realizzatore, nell'augurio che questa iniziativa possa essere un utile strumento di confronto, nonchè una propulsione verso il cambiamento, un ascensore che riporti in superficie, oltre i reperti archeologici - che veramente, se ci predisponessimo in tal senso, attirerebbero da noi tutto il mondo - anche l'audacia, la saggezza, l'umiltà, il valore, la forza, l'identità, che ai nostri antenati certamente non mancavano. Io ci sono. E sono con chi si è stancato di “lasciare che sia”, e vuole REAGIRE, COSTRUIRE, IMPRIMERE UN CAMBIAMENTO VERO e RADICALE alla nostra città. E’ vero, stare a guardare, e lamentarsi in un angolino non serve a nulla. Abbiamo delle IDEE, dei PROGETTI? Bene, mettiamoli nero su bianco, e adoperiamo le risorse disponibili! Nel nostro piccolo possiamo “fare politica”, intendendola, nella sua accezione sana, quella originaria, come perseguimento del bene collettivo e non come strumento per raggiungere il potere individuale! Non facciamo la rivoluzione per moda, ma facciamola perché è necessaria, facciamola PER DAVVERO!!! Possiamo iniziare ad evolverci, se vogliamo, emancipandoci da una situazione che appare paradossale, partendo proprio dal “rivoluzionare” le nostre azioni (e reazioni) quotidiane. C’è tanto lavoro da fare, ma insieme si può fare. Quindi convergiamo le nostre menti e le nostre forze, e rimbocchiamoci le maniche...la cooperazione, la collaborazione, la sinergia, sono le chiavi che aprono le porte al cambiamento! Chi non vorrebbe, un giorno, poter vantare, a testa alta, credendoci veramente, il proprio ORGOGLIO DI ESSERE GELESE? Non è un’utopia. Volere è potere. E allora, lasciato il “punto di non ritorno” parliamo di Gela come punto di partenza.
Vincenzo P. vinkland@libero.it

martedì 11 marzo 2008

Gelacontro fa ancora centro!

Gelacontro fa ancora centro!
Oggi "La Sicilia" ha pubblicato un articolo riguardante il parco eolico a Gela, accogliendo le nostre segnalazioni. Accogliendo le segnalazioni di chi si è impegnato molto in questa campagna di sensibilizzazione e di informazione.
Questa è l'ennesima prova che in questo blog, contrariamente ad altre "piazze virtuali", oltre alle parole si fanno i fatti!
La prova che qui oltre a criticare (spero in modo costruttivo) si propongono delle idee e soprattutto si sviluppano e si fa in modo di portarle a conoscenza della cittadinanza.
Questo è il fine ultimo di questo blog!
Il sindaco Crocetta ha assicurato, si legge dall'articolo, di essere a conoscenza di questo parco eolico che, nel frattempo, è sceso da 113 aereogeneratori a 38, e questo è già una bella vittoria. L'assessore Nuara, si legge ancora nell'articolo, ha già dato mandato agli uffici di preparare l'opposizione al parco eolico da inviare al Ministero dell'Ambiente entro i termini prescritti! Inoltre, si legge sempre nell'articolo, il sindaco Crocetta ha dato mandato ai suoi legali per verificare la possibilità di ricorrere al TAR qualora il parco fosse realizzato ugualmente.
Naturalmente nell'articolo si legge che a sollevare il caso sono state l'associazione Vox Populi e il blog Gelacontro.
Un mio grazie per aver portato a conoscenza del blog questa notiza va a Anco Marzio, senza il quale magari sarebbe passata inosservata. E un grazie di cuore a Deborah che ha condotto una ricerca dettagliata al riguardo. E un profondo grazie, da parte mia e, credo, da parte di tutta la cittadinanza, va a tutti voi frequentatori di questo blog, nessuno escluso, che con i vostri commenti e con il vostro amore verso Gela state contribuendo non solo a rendere questo blog uno strumento efficace, ma anche a rendere la nostra città un posto, spero, migliore.
Siamo una grande squadra!
Ah dimenticavo, grazie anche al neo presidente (appena eletto) della Vox Populi Massimiliano Tuccio per la sua collaborazione.
E adesso... sotto col prossimo!

lunedì 3 marzo 2008

Gela, punto di non ritorno

Per la promozione del turismo a Gela, ho come l’impressione che i nostri politici/amministratori vogliano perdere tempo su un caso che invece ha urgenza di essere attenzionato.
Tutti lamentano l’eterna promessa incompiuta che rappresenta il turismo, il mancato decollo definitivo di questa risorsa immensa che il nostro territorio offre, ma contestualmente non si fa abbastanza sul serio affinché il turismo diventi il nostro cavallo di battaglia.
Certo, bisognerebbe rivalutare le zone che possono ospitare il turismo, non possiamo pretendere di trovare tutto già fatto, altrimenti che rivalutazione sarebbe?
Abbiamo preso come esempio in questo blog la zona di Manfria: a mio modo di vedere la rivalutazione turistica di quella zona potrebbe significare il miracolo di Gela che tutti aspettiamo, il decollo turistico definitivo, con nuove attività commerciali, pubblicità per i nostri posti, etc. etc.
Se le cose fossero fatte per bene, si creerebbe quello sviluppo che proietterebbe manfria (e di riflesso Gela) verso quella definitiva consacrazione come attrazione turistica che meritano i nostri paesaggi. Se le cose invece sono fatte male si creerebbe quella confusione e quell’aria di “paesone” cha ha la nostra città. Una città senza organizzazione, con gli uffici turistici del Comune che sono sprovvisti di una guida pieghevole, di quelle brochure che guidano il turista tra le attrazioni paesaggistiche. E’ così che si favorisce il turismo? No, cosi non lo si favorisce. Ma sembra che il pensiero comune sia: “tanto si campa lo stesso”!
Occorre passare con la divulgazione di queste brochure pieghevoli se vogliamo favorire il turismo, dei pieghevoli che parlino di Gela, di Manfria, delle mura greche (uniche nel bacino del mediterraneo), del parco delle Rimembranze, del Castelluccio.
Bisogna creare dei circuiti turistici che facciano scoprire al visitatore non solo i luoghi e i monumenti, ma anche la cucina nostrana, le nostre tradizioni, il nostro artigianato (ci sono molti piccoli artigiani che chiedono solo di mostrare al mondo le loro “creature”).
Tutte queste cose non sono corpi estranei al turismo: è tutto collegato. Compreso, purtroppo, quei paesaggi a ridosso del mare violentati dall’abusivismo edilizio! Dobbiamo metterci in testa che aumentare le entrate comunali con opere di urbanizzazione o con la trasformazione di terreni agricoli in aree edificabili non può più essere la soluzione principe per risanare le casse comunali. E per fortuna questo lo si è capito da un pezzo.
Inoltre, Gela si potrebbe proporre come centro universitario specialistico per lo studio dell’archeologia… e non solo dal punto di vista locale o regionale, ma potrebbe diventare un centro mondiale! Abbiamo i mezzi, abbiamo le risorse naturali, cerchiamo le risorse umane! Non vedo perchè i nostri beni archeologici debbano andare in altri paesi e non fungere da fulcro verso l'elevazione della nostra città a centro universitario archeologico!
Basta crederci noi per primi.
E inoltre, la nostra posizione geografica ci potrebbe proiettare verso settori delle energie rinnovabili: dai parchi eolici ai centri fotovoltaici, perchè per nostra fortuna qui vento e sole non mancano mai, e possono davvero dare sviluppo e lavoro.
Sviluppo e lavoro qche a Gela da oltre 40 anni sono un connubbio monopolizzato dallo stabilimento petrolchimico! Sembra che a volte non riusciamo a vedere al di là del nostro naso, o, forse, non vogliamo vedere! Ma di che abbiamo paura? Le fonti rinnovabili di energia quali eolico e solare possono benissimo trovare collocazione ideale nel nostro territorio! C'è qualcuno che abbia il coraggio di intestarsi questa battaglia?
Concludendo, dico che bisogna voltare pagina, bisogna guardare in direzioni prima seminascoste da troppa "abitudine" e da troppa faziosità.
Siamo ad un punto di non ritorno, abbiamo bisogno introdurre il nuovo senza copiare il vecchio, essere fieri di ciò che abbiamo e, soprattutto, farlo sapere al resto del mondo!